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ODG su Patrick Zaki

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA
l’attivista e ricercatore egiziano Patrick George Zaki, di 27 anni, studente al Master in Studi di Genere e delle Donne (GEMMA) dell’Alma Mater Studiorum – Università i Bologna, è stato arrestato dalle autorità egiziane nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 febbraio u.s., al suo arrivo all’aeroporto de’ Il Cairo per un periodo di vacanze;
Il suo arresto è avvenuto sulla base di un ordine di cattura dello scorso 23 settembre 2019, di cui l’attivista era all’oscuro.


CONSIDERATO CHE

non si hanno informazioni precise sulla situazione del ragazzo, e soprattutto sulle sue condizioni di salute. Non si conoscono neppure i motivi della sua detenzione, pare infatti che i pubblici ministeri egiziani abbiano rivolto a Patrick un elenco di accuse che includono: la pubblicazione di voci e false notizie che puntano a disturbare la pace sociale e a seminare il caos; l’istigazione alla protesta, senza il permesso delle Autorità competenti, allo scopo di minare l’Autorità statale; chiedere il rovesciamento dello Stato; gestire un account di socia/ media che avrebbe lo scopo di minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica; istigazione a commettere violenze e crimini terroristici;


CONSIDERATO INOLTRE CHE
Le ONG hanno denunciato che Patrik: “E’ stato picchiato, sottoposto a scosse elettriche, minacciato e interrogato su varie questioni legate al suo attivismo”
Preso atto che
Amnesty Italia, tramite il suo portavoce Riccardo Noury, ha prontamente denunciato il “rischio di detenzione prolungata e tortura”, condannando fermamente la violazione dei più elementari diritti umani ai danni di Patrick da parte delle autorità egiziane. Amnesty Bologna ha immediatamente pubblicato un appello online, per fare pressione sul governo egiziano affinché liberi Patrick George Zaky, che ha raccolto in pochissimo tempo migliaia di adesioni;

Analoghi appelli sono stati rivolti da diverse realtà studentesche all’Alma Mater Studiorum, affinché faccia pressione sulle autorità egiziane ed italiane, per l’immediata liberazione di un proprio ricercatore ed il suo ritorno a Bologna;
Considerato che
Nella giornata di ieri, 9 febbraio ’20, molte cittadine e cittadini bolognesi hanno preso parte ad un flash mob in Piazza Maggiore per chiedere l’immediata liberazione di Patrick e che altre analoghe iniziative sono in programma, sempre a Bologna, già a partire a questo pomeriggio.
Considerato infine che
Il fermo è avvenuto a distanza di pochi giorni dalla ricorrenza dell’anniversario del rapimento e dell’uccisione del ricercatore italiano Giulio Regeni, sempre da parte delle forze di sicurezza della National Security lnvestigations (Nsi);


INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA
A fare tutto quello che è nelle loro possibilità tramite il Governo e il Parlamento per attivarsi verso il governo egiziano perchè fornisca tutte le informazioni sul ragazzo, che venga rilasciato e che metta in campo ogni azione per sensibilizzare l’opinione pubblica.
M. Campaniello, F. Martelloni, E. Clancy, C.Mazzanti, V.Zanetti, L.Bittini, N. De Filipppo, P. Licciardello, R. Fattori, G. Di Girolamo, I. Angiuli, G. Montera, M.C. Manca, F. Mazzoni, R. Persiano, M. Ferri, R.Li Calzi, E. Leti, S. Lembi,

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO COMUNALE DI VALSAMOGGIA,
PREMESSO CHE

L’attivista e ricercatore egiziano Patrick George Zaki, di 27 anni, studente al Master in Studi di
Genere e delle Donne (GEMMA) delI’Alma Mater Studiorum – Università i Bologna, è stato
arrestato dalle autorità egiziane nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 febbraio u.s., al suo arrivo
all’aeroporto de’ Il Cairo per un periodo di vacanze;
Il suo arresto è avvenuto sulla base di un ordine di cattura dello scorso 23 settembre 2019, di
cui l’attivista era all’oscuro.


CONSIDERATO CHE
non si hanno informazioni precise sulla situazione del ragazzo, e soprattutto sulle sue
condizioni di salute. Non si conoscono neppure i motivi della sua detenzione, pare infatti che i
pubblici ministeri egiziani abbiano rivolto a Patrick un elenco di accuse che includono: la
pubblicazione di voci e false notizie che puntano a disturbare la pace sociale e a seminare il
caos; l’istigazione alla protesta, senza il permesso delle Autorità competenti, allo scopo di
minare I’Autorità statale; chiedere il rovesciamento dello Stato; gestire un account di social
media che avrebbe Io scopo di minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica; istigazione a
commettere violenze e crimini terroristici;


CONSIDERATO INOLTRE CHE

Le ONG hanno denunciato che Patrick: “È stato picchiato, sottoposto a scosse elettriche,
minacciato e interrogato su varie questioni legate al suo attivismo” e che da parte del suo
avvocato trapela il rischio del carcere a vita per l’accusa mossa di “rovesciamento del regime al
potere”.


PRESO ATTO CHE
Amnesty Italia, tramite il suo portavoce Riccardo Noury, ha prontamente denunciato il “rischio di
detenzione prolungata e tortura”, condannando fermamente la violazione dei più elementari
diritti umani ai danni di Patrick da parte delle autorità egiziane. Amnesty Bologna ha
immediatamente pubblicato un appello online per fare pressione sul governo egiziano affinché
liberi Patrick George Zaki, che ha raccolto in pochissimo tempo migliaia di adesioni;

Analoghi appelli sono stati rivolti da diverse realtà studentesche aII’Alma Mater Studiorum,
affinché faccia pressione sulle autorità egiziane ed italiane, per l’immediata liberazione di un
proprio ricercatore ed il suo ritorno a Bologna;


CONSIDERATO CHE
Nella giornata del 9 febbraio u.s., molte cittadine e cittadini bolognesi hanno preso parte ad un
flash mob in Piazza Maggiore per chiedere l’immediata liberazione di Patrick e che altre
analoghe iniziative sono in programma, sempre a Bologna, già a partire a questo pomeriggio.


CONSIDERATO INFINE CHE
Il fermo è avvenuto a distanza di pochi giorni dal quarto anniversario del rapimento e
deII’uccisione del ricercatore italiano Giulio Regeni, sempre da parte delle forze di sicurezza
della National Security lnvestigations (Nsi); e che lo stesso Consiglio Comunale di
Valsamoggia, nell’ottobre 2016, all’unanimità approvava un ODG con la richiesta di verità sulla
sparizione di Giulio Regeni,


INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA
A fare tutto quello che è nelle Ioro possibilità tramite il Governo e il Parlamento per attivarsi
verso il governo egiziano perché fornisca tutte le informazioni sul ragazzo, che venga rilasciato
e che metta in campo ogni azione per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Invita inoltre a trasmettere l’ODG ad Amnesty International e al Rettore dell’UNIBO, affinché tale
atto possa accompagnarsi alle iniziative e alle manifestazioni in atto, dandone risalto anche
attraverso i propri canali comunicativi istituzionali


I firmatari:
Andrea Bertaccini – Capogruppo Partito Democratico
Silvia Lelli – Capogruppo Energie Pulite Valsamoggia
Juri Zagnoni – Capogruppo Insieme per Valsamoggia Daniele Sindaco
Simone Rimondi – Capogruppo Civicamente Samoggia
Emanuela Graziano Bergonzoni – Capogruppo Lega per Salvini Premier
Stefano Colangeli – Capogruppo Movimento 5 Stelle Valsamoggia